Bones and All, la spiegazione del finale del film con Timothée Chalamet (2024)

Tra i film più acclamati dell’ultima edizione della kermesse veneziana troviamo l’ultima fatica di Luca Guadagnino, che torna a collaborare con Timothée Chalamet per Bones and All, una storia d’amore a tinte horror tratta dal romanzo omonimo di Camille DeAngelis. Il film, che è appena arrivato in sala dopo che il suo regista si è aggiudicato il Leone d’argento a Venezia 79, vede protagonisti Chalamet nei panni di Lee e Taylor Russell in quelli di Maren (vincitrice del Premio Marcello Mastroianni sempre al Lido), una giovane donna che, dopo aver scoperto di aver ereditato dalla propria madre un incontrollabile appetito per la carne umana, parte alla ricerca di se stessa e delle proprie origini. Lungo alla strada incontra persone che condividono la sua stessa natura e che la guidano alla scoperta di un nuovo “stile di vita”. Tra queste c’è appunto Lee, con cui la ragazza instaurerà prima una profonda amicizia e poi un sentimento sempre più forte e trascinante.

Come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione del film, i due dovranno attraversare diverse difficoltà, lottando contro il senso di colpa derivato dal nutrirsi di carne umana. Insieme però, cercheranno di costruirsi una vita normale e fare pace con la propria natura, che non possono controllare. In questa spiegazione del finale di Bones and All ripercorreremo la chiusura del film di Guadagnino, esplorandone i significati più profondi.

Come finisce Bones and All?

Bones and All, la spiegazione del finale del film con Timothée Chalamet (1)
Maren e Lee si sono ritrovati dopo una lunga separazione, lei se ne era infatti andata dopo il disastroso incontro con la madre che l’aveva lasciata da bambina. L’amore tra i due giovani è però talmente forte da non poterli tenere separati a lungo, per questo Maren rintraccia Lee, che è tornato a vivere nei pressi della casa della sua infanzia, dove si trova ancora l’amata sorella Kayla (Anna Cobb). I due decidono di convivere e di crearsi una quotidianità il più “normale” possibile, anche per due cannibali come loro.

Un happy ending che non è destinato a durare a lungo, Maren viene infatti trovata da Sully (Mark Rylance), trascinato dalla gelosia e da un malsano attaccamento per la ragazza, che lo ha abbandonato all’inizio del film dopo che lui l’aveva “iniziata” al nutrirsi di carne umana. Ci viene fatto capire che per trovarli Sully si è nutrito della sorella di Lee, vediamo infatti i suoi capelli intrecciati alla corda che l’uomo si porta dietro per ricordare le sue vittime.
Maren trova Sully ad aspettarla nell’appartamento che condivide con Lee, e presto lui l’aggredisce; fortunatamente il ragazzo arriverà appena in tempo per salvarla dalla sua ferocia: nella violenta colluttazione che si crea tra i tre Sully perde la vita, mentre Lee rimane ferito mortalmente, pugnalato ad un polmone cercando di aiutare Maren. Mentre sta velocemente perdendo i sensi, Lee prega Maren di nutrirsi del suo corpo “fino all’osso”, lei inizialmente rifiuta, ma dopo un bacio appassionato la ragazza cede e si ciba della carne dell’amato.

Perchè Maren mangia Lee?

Bones and All, la spiegazione del finale del film con Timothée Chalamet (2)
Rispetto ad altre delle morti mostrate nel film quella di Lee non viene fatta vedere interamente, potrebbe quindi restare il dubbio sul fatto che Maren alla fine si nutra o meno del suo corpo. Una delle ultime inquadrature ci fa però vedere l’appartamento che i due innamorati condividevano vuoto e ripulito dai segni delle morti violente che vi hanno avuto luogo. Per questo capiamo che la ragazza deve necessariamente essersi nutrita tanto del corpo di Lee come di quello di Sully, facendo così sparire ogni prova di quello che è accaduto.

Una delle fonti più evidenti di sofferenza per Maren, come per Lee, è quella derivata dal peso del doversi nutrire di carne umana. Per i due è preferibile quindi cibarsi di persone dalla dubbia moralità o che stanno già morendo, Sully e Lee, nel finale, rientrano in queste categorie. “Donandosi” a Maren, Lee, inoltre, la libera dalla necessità di cercare qualcuno per il suo prossimo pasto.

Ma che cosa significa per Lee e Maren “mangiare qualcuno fino all’osso”? Nella sequenza del film in cui i due si trovano sulle rive del Mississippi e incontrano un altro gruppo di cannibali, i nuovi arrivati gli spiegano che si tratta – per quelli come loro – di un fondamentale rito di passaggio attraverso cui prima o poi devono necessariamente passare, come a completare un percorso di crescita, trasformazione ed accettazione della propria natura. Il fatto che Maren mangi Lee fino all’osso è quindi simbolico del “viaggio” compiuto dalla ragazza, che è finalmente in grado di sopravvivere da sola e di andare avanti con la sua vita, anche senza l’appoggio di qualcun altro.

Le differenze tra libro e film

Bones and All, la spiegazione del finale del film con Timothée Chalamet (3)
Arrivati a questo punto, per comprendere meglio il finale del film di Luca Guadagnino, risulta particolarmente interessante un breve confronto con l’opera di Camille DeAngelis. A parte alcune differenze più superficiali (Maren ad esempio non parte alla ricerca della madre ma del padre, che è colui che condivide la sua natura cannibale), nel libro viene fatto intendere che le persone di cui la ragazza sente il bisogno di nutrirsi sono spesso quelle che le dimostrano un qualche tipo di affetto. Inoltre nel libro Maren si nutre fin da subito “fino all’osso”, manca infatti la concezione di questa pratica come rito di passaggio, di crescita.

Dopo essersi nutrita di Lee, la Maren del romanzo abbraccia completamente la sua natura di predatrice, come Sully. Rendendosi anche conto che non può fare a meno di cacciare e mangiare chi come lei si ciba di carne umana. L’opera della DeAngelis, rispetto al film di Guadagnino, si conclude quindi su una nota decisamente più dark: Maren si è trasformata nel “mostro” che aveva sempre temuto di essere.

Fino all’osso

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Il Bones and All cinematografico racconta sì una storia di crescita e di formazione, ma che, rispetto alla controparte cartacea, si chiude in maniera più positiva: il cibarsi di Lee, per Maren, è anche un modo per portare con sé, per sempre, il suo grande amore. In questo modo, anche se la morte li ha separati, la giovane non lo dimenticherà mai, perché lui farà sempre parte di lei. Non è infatti sulla sua natura di predatrice affamata di carne umana che il film decide di chiudersi, ma anzi su una scena intima e dolce condivisa dai due innamorati quando Lee era ancora in vita. Li ritroviamo entrambi sulla collina dove è ambientata una delle scene più tenere ed emozionanti del film.

Il sacrificio finale di Lee non trasforma Maren in un mostro, ma anzi è per lui la più grande dimostrazione d’amore possibile, per questo il futuro che ci immaginiamo per la ragazza è diverso da quello che lascia intendere il libro: Maren andrà avanti con la sua vita, arricchita da una nuova consapevolezza della proprio natura e capace di affrontare le avversità da sola. Il periodo passato con Lee le ha fatto capire che una sorta di normalità è possibile anche per persone come lei, e che la sua più grande paura di diventare un mostro non deve necessariamente avverarsi. Chiudendo il film con una scena dei due innamorati assieme è proprio questo che Guadagnino vuole dirci: l’amore per Lee è stata la cosa migliore che potesse capitare a Maren, l’ha fatta crescere e l’ha fatta diventare un’adulta migliore.

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